
Rodari, Munari e Bergonzoni ci ricordano quanto sia importante difendere la nostra libertà e soprattutto la nostra creatività espressiva da tutte quello forme “standardizzate” e da quei luoghi comuni che tendono ad incanalare il linguaggio lungo binari fissi e prestabiliti.
Nelle righe che seguono ho cercato di accostare tra di loro alcune parti delle loro opere, un accostamento non casuale che spero possa essere spunto per ulteriori riflessioni.

In particolare desidero sottolineare come, nel romanzo "Il libro degli errori", l'instancabile sperimentatore Munari si diverte a ribaltare i codici rappresentativi, liberando l'immagine dal rapporto servile di mera illustrazione per ritagliarsi spazi autonomi e realmente di ricerca. Buona lettura.
Proverbi
Dice un proverbio dei tempi andati:
"Meglio soli che male accompagnati".
Io ne so uno più bello assai:
"In compagnia lontano vai"
Dice un proverbio, chissà perché:
"Chi fa da se fa per tre".
Da quest' orecchio io non ci sento:
"Chi ha cento amici fa per cento".
Dice un proverbio con la muffa:
"Chi sta solo non fa baruffa".
Questa, io dico, è una bugia:
"Se siamo in tanti, si fa allegria".
(da: Gianni Rodari, Il libro degli errori, Torino, Einaudi, 1964)

(da: Alessandro Bergonzoni, Le balene restino sedute, Milano, Mondadori, 1989)
L'interpretazione straniante di "mezza luna" che vede in essa non l'astro che brilla in cielo ma l'arnese affilato che si usa per preparare i soffritti in modo rigorosamente artigianale, fa in modo che, accanto alla suddetta mezza luna, appaia per l'appunto il pugno di prezzemolo, essenziale per il soffritto.

(da: Alessandro Bergonzoni, E' già mercoledì e io no, Milano, Mondadori, 1992, Il testo è scritto in forma di diario n.d.r)
La portata scandalosa dell'iniziativa degli ignoti verniciatori sta nell'aver posto fine, grazie alla mano di verde, alla condizione alla base della denominazione dell'amica del protagonista Maria-ROSA. Poiché Maria Rosa è un nome proprio "depositato" mentre Maria Verde non lo è, il nostro protagonista, dopo la verniciatura della sua amica, si trova in difficoltà onomastiche. Appropriata la chiusa "vandali", epiteto rivolto per antonomasia a chi distrugge l'integrità di qualcosa di prezioso che non può più essere come prima (l'identità, in questo caso).
(fonte: www.michelececchini.it "UNA RIFLESSIONE SULLA LINGUA La competenza semantica")
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