Con l’elettricità non ho mai avuto, per molteplici ragioni, un ottimo rapporto. Pregiudizi, mancanza di opportunità, un’ atavico disinteresse verso cavi e morsetti che, anche nelle visite ai negozi di ferramenta (Baumarkt qui in Tedeschia, ndr), mi ha sempre portato a preferire viti, bulloni e tasselli!
Neppure i lavori dell’anno scorso, successivi al trasferimento nel nuovo appartamento, avevano modificato questa situazione. E’ vero che mi ero dedicato al montaggio di mobili, mensole e affini con relativo uso di trapano, tasselli, stucchi, etc.…ma di impianti elettrici neppure l’ombra. Sino a quando, mercoledì scorso, mi sono impegnato, quasi per caso, ad offrire il mio aiuto per risolvere una situazione controversa: tre lampadari Ik*a nuovi di zecca, correttamente installati al soffitto di un appartamento ma non funzionanti!
Installare un lampadario al soffitto è un’operazione tendenzialmente semplice soprattutto se si sa come farlo o quantomeno se c’è qualcuno capace di mostrarlo. Come fare quando questi due requisiti non sussistono? Semplice, in tempi moderni, basta affidarsi ai principi dell’autoformazione e dell’autoapprendimento: metodo, strumenti e buona volontà.
Ecco che dal cavo elettrico del soffitto escono almeno tre fili (in soggiorno sono quattro ma è un’eccezione): uno per la terra (giallo/verde), uno per il neutro (blu indicato con N) ed uno per la linea (marrone o nero indicato con L) che vanno collegati, tramite un morsetto, all’ingresso del cavo elettrico del lampadario. Quest’ ultimo ha due fili, marrone e blu, da unire in maniera simmetrica a quelli del soffitto (marrone con marrone e blu con blu) onde evitare spiacevoli corto circuiti.
Attrezzato di cercafase, morsetti e cavo di test mi sono recato nell’appartamento lasciato al buio e ho potuto constatare che il collegamento era corretto e che il non funzionamento era da attribuire ad una causa non considerata all’inizio: erano stati venduti dei lampadari difettosi!!!
(Foto: 2008 Quilmes)

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