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sabato 4 ottobre 2008

Sergio Frau presenta "Atlantika"


Sergio Frau, scrittore e giornalista de “La Repubblica”, ha presentato al Museo delle Culture Europee di Berlino Atlantika”, l’edizione in tedesco del libro “Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta che nel 2002, anno della sua pubblicazione, suscitò un appassionato dibattito tra gli studiosi della storia antica del Mediterraneo. Si tratta di un’inchiesta che presenta fatti, li esamina, e li sottopone a processo per dimostrare come nell’antichità il pericoloso confine delle Colonne d’Ercole fosse in realtà costituito dal Canale di Sicilia e come e perché, in epoca ellenistica, venne spostato e localizzato a Gibilterra.

Secondo la tesi argomentata da Sergio Frau tale spostamento fu la conseguenza delle conquiste e delle scoperte operate da Alessandro Magno. Una volta che il Mondo conosciuto si espanse asimmetricamente dall’Asia Minore verso Oriente sino a portarne i confini sulle rive del Gange fu quasi inevitabile che si trasferissero più in là anche i confini Occidentali; esattamente come Eratostene fece nel III secolo avanti Cristo ripristinando l’originale equilibrio.

Riportare nuovamente le Colonne d’Ercole sul Canale di Sicilia non significa solamente ridisegnare la geografia del Mondo Antico ma significa riportare all’interno del Mediterraneo Occidentale tutti quei miti e quelle leggende che lo spostamento a Gibilterra aveva invece relegato al di fuori, trasformandoli in qualche cosa di vago, leggendario e introvabile: come per l’appunto avvenne con il mito di Atlantide. Ecco quindi che, secondo Frau, quell’isola favolosa oltre le Colonne d’Ercole, descritta dagli antichi come terra strabiliante, ricca di metalli di ogni tipo, dal clima mite, abitata da genti temute e potenti e sconvolta da un terribile disastro naturale è identificabile nella Sardegna che si trova proprio oltre lo stretto di mare tra Sicilia e Tunisia.

Presentare questa affascinante tesi ad un pubblico esigente e dalla prestigiosa tradizione archeologica come quello tedesco non era un compito facile ma la prova è stata superata con grande competenza. Grazie ad un linguaggio molto chiaro, piacevole e ricco di esempi, all’ottima coordinazione con l’interprete, all’uso di immagini e supporti audiovisivi Sergio Frau è riuscito a creare la complicità e l’interesse necessari per coinvolgere il pubblico in un viaggio, nello spazio e nel tempo, sicuramente complesso ma altrettanto ricco di fascino proprio per la sua prossimità con il mito.
La presentazione ha seguito l’impostazione del libro. Frau ha innanzitutto illustrato come la sua intuizione sia nata dopo essersi avvicinato alle analisi geologiche su come era il Mediterraneo millenni fa, compiute da Vittorio Castellani, ordinario di Fisica stellare all’Università di Pisa. Nel libro “Quando il mare sommerse l’Europa” Castellani spiega, con un attento contributo cartografico, che nella protostoria (circa 5000 anni fa) il livello del mare Mediterraneo era molto più basso di quello attuale. Ed è proprio qui che Frau si trova di fronte la mappa dello stretto di Gibilterra e, nella pagina a fronte, quella del canale di Sicilia, dove allora i fondali erano più bassi di circa duecento metri rendendo il canale irriconoscibile e trasformandolo in un braccio di mare molto stretto. Frau ha continuato con la descrizione e l’analisi dei testi e delle parole degli antichi: Omero, Platone, Ramses III solo per citare i principali. Ha indicato come questi testimoni narrano di un’ isola favolosa oltre le Colonne d’Ercole e di come fu poi sconvolta da un terribile schiaffo marino di Poseidone che abbatté migliaia di torri e seppellì nel fango intere città, costringendo i superstiti a emigrare verso nuove terre.
Le torri sarebbero i nuraghi sardi che ancora caratterizzano i paesaggi dell’isola (8000 quelli ufficialmente censiti, 24000 quelli stimati) e questo sarebbe un altro elemento che confermerebbe la tesi rivoluzionaria secondo la quale la Sardegna era l’antica Atlantide. Secondo Frau anche la fine della civiltà nuragica sarebbe dovuta ad eventi naturali catastrofici come un tremendo Tsunami che avrebbe colpito l’isola. Questo spiegherebbe perché lungo la costa ed in particolare nella piana del Sinis i nuraghi sono danneggiati o sepolti da un profondo strato di fango esattamente come, nella chiusura della presentazione, hanno dimostrato le suggestive immagini dall’alto che Francesco Cubeddu ha scattato dal suo paramotore. E’ questa forse la parte più controversa di tutta la teoria e lo scrittore ha assicurato che soltanto accurate analisi geologiche potranno dare ulteriori risposte alle sue tesi e placare le polemiche come quelle che, sulla scia del successo del libro, portarono trecento studiosi di scienze dell’antichità del mondo Mediterraneo ( di cui circa la metà sardi o comunque appartenenti ad istituzioni sarde) a firmare un appello contro le “recenti operazioni mass-mediatiche intorno al passato della Sardegna”. Da allora comunque “Le Colonne d’Ercole” ha raccolto non solo critiche ma anche consensi nell’ambito della comunità scientifica internazionale e l’autore ha dato vita in
oltre ad una mostra “Atlantika” che è approdata all’Accademia dei Lincei a Roma e all’UNESCO a Parigi. L’esposizione propone una straordinaria lettura iconografica dell’Isola-Mito attraverso suggestive fotografie e montaggi virtuali che si vorrebbe portare anche in Germania. Con la sua presentazione a Berlino e con la prossima partecipazione alla fiera del libro di Francoforte Sergio Frau ha comunque già intrapreso due passi importanti per cercare di svelare i misteri del passato ad un popolo da sempre interessato al mondo antico.
L’incontro è stato organizzato dal Centro culturale sardo di Berlino ed è stato l’ultimo di una serie di eventi che hanno fatto da cornice alla mostra fotografica "La Sardegna vista da dentro vista da fuori" che si sarebbe dovuta concludere il 31 agosto ma che, grazie al grande successo, è stata prorogata sino al 28 settembre. Secondo i responsabili del museo, con i suoi 7500 visitatori in un solo mese, è stata, tra le iniziative dedicate alle regioni europee, quella che ha registrato il maggior afflusso di pubblico, testimoniando quanto sia forte in Germania il desiderio di conoscere la Sardegna, la sua cultura e la sua storia



(Foto: 2008 Centro culturale sardo Berlino e F.Cubeddu)

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