Riporto alcune riflessioni buttate giù su un foglio qualche anno fa, durate uno dei miei tanti spostamenti “pre-Talgo” lungo la dorsale ferroviaria sarda.
“La dicotomia centro-periferia, vincitori- vinti ( perdenti), partecipi-esclusi.
Un viaggio Decimomannu-Olbia delle 6.50 puo'dire tanto di una regione che rimane profondamente rurale, mentalmente vitale ma disposta ad accettare che le idee vengano lasciate, assopite, abbandonate.
Olbia e' vitale. Olbia e'ricca e dinamica rispetto all'interno e se ne colgono i segni negli occhi delle bariste e dei baristi.
Cagliari e' feudale, o meglio giudicale. La mobilità sociale e' pressoché nulla e ormai la forbice sociale si e' allargata lacerando il tessuto urbano. Piazza S.Michele da un lato, con il suo cemento e la sua edilizia povera dai colori latinoamericani, Piazza Rebubblica dall'altro, centro geografico del salotto urbano che si apre poi verso Monte Urpinu e il Poetto.
Intorno il suo hinterland. Villaggi e paesi dalle vie strette che portano con se' le ambizioni delle generazioni potenzialmente emergenti espulse dal centro o relegate ancora ai bordi.”
(Foto: © 2008 Quilmes)
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