Pensavo di essere diventato immune al fascino dei "calendari". Dopo gli anni dell'università, in cui si faceva a gara per correre in edicola ed appendere in camera la velina o attrice di turno ( ricordo in particolare Valeria Marini, Anna Falchi e Sabrina Ferilli: tre donne, tre scuole di pensiero), per poi parlarne tra colleghi o "flatmates" (non mi è mai piaciuta la parola co-inquilino, sarà per le assonanze con i verbi inqui-nare e del-inquere, le ho sempre preferito "compagno di appartamento" anche se riconosco che è troppo lunga) , mi ero addirittura posizionato su quella fascia estero-critica di coloro che li considerano una classica "italianata", una tessera del mosaico tette-culi-veline che spopola in tv e sui giornali, specialmente nelle copertine dei settimanali d'informazione.

Link: Martina su Max
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