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mercoledì 10 dicembre 2008

G8. La mia risposta a Sergio Rizzo


Il 5 dicembre Sergio Rizzo (autore con G.A. Sella del bestseller "La Casta") ha pubblicato, sul blog "La Deriva" del Corriere della Sera, un articolo sul G8 del prossimo anno che si svolgerà nell'isola della Maddalena in Sardegna.

Gli investimenti infrastrutturali delle opere relative al G8 venivano presentati sin dal titolo ("400 milioni per il G8 del 2009. Quattro volte più di Genova") e poi anche in chiusura ("Ma ha un senso spendere una somma del genere per un vertice alla Maddalena? ") come un insensato utilizzo di risorse pubbliche.

Mi sono sentito perciò in dovere di fare un pò di chiarezza e di spiegare ai lettori il vero significato di questo evento collegandolo alla questione irrisolta delle servitù militari in Sardegna e al riformismo soriano.



Quelli che seguono sono il mio primo commento, la risposta di Sergio Rizzo ed infine la mia risposta alla sua risposta. Buona lettura.

Il mio primo commento

Gentile Sig. Rizzo, ho letto anch'io con interesse "La Casta" e ho sempre cercato di leggere i suoi articoli su corriere.it trovandoli generalmente analitici e circostanziati. Mi spiace per questo motivo dovermi unire alle legittime osservazioni del Sig. PeppezZz sulla superstrada Olbia-Sassari e avrei gradito trovare direttamente nell'articolo le sue precisazioni sul fatto che si trattasse di una "opera assolutamente necessaria" nella regione italiana con la più bassa dotazione infrastrutturale e che comunque verrà finanziata in larga parte con fondi europei (POR e FAS) destinati a progetti di sviluppo.

Rispondo infine al suo interrogativo finale ricordandole che l'organizzazione del G8 alla Maddalena è da inserire nel più ampio progetto di riqualificazione ambientale e riconversione civile di quella che dal 1972 è stata una base militare americana che ospitava sommergibili nucleari. E' vero che anche altre regioni italiane hanno pagato e pagano il loro tributo per garantire la sicurezza nazionale ma ritengo opportuno ricordare alcuni dati sulla situazione sarda.


Con oltre 35 mila ettari di territorio sotto vincolo di servitù militare la Sardegna accoglie il 70% di tutte le servitù militari italiane (!). In occasione delle esercitazioni viene interdetto alla navigazione, alla pesca e alla sosta, uno specchio di mare di oltre 20 mila chilometri quadrati, una superficie quasi pari all'estensione dell'intera Sardegna. Sull'Isola ci sono poligoni missilistici (Perdasdefogu, 12.700 ettari, culla di infiniti tumori), per esercitazioni a fuoco (Capo Teulada, 7200 ettari), poligoni per esercitazioni aeree (Capo Frasca, 1400 ettari), aeroporti militari (Decimomannu) e altre basi minori.
Sempre in Sardegna vengono esplose ogni anno quasi l'80% di tutte le bombe esplose in Italia, in tempo di pace, dall'Esercito Italiano e dagli Eserciti Alleati. Mi sembra abbastanza per poter vedere nel G8 un'occasione unica, fortemente voluta dalla Giunta Soru, per garantire uno sviluppo civile almeno ad una piccola parte di territorio, quale la Maddalena, riconsegnato alle comunità locali dopo 36 anni di servitù. Aggiungo un' ultima considerazione: in Italia si parla tanto di federalismo fiscale, a quando il federalismo militare? (il dossier istituzionale sulle servitù miliari in Sardegna è accessibile all'indirizzo http://www.regione.sardegna.it/argomenti/ambiente_territorio/servitumilitari/). Saluti e buon lavoro

La risposta di Sergio Rizzo

Rispondo a lei per replicare anche a toshgust. I fondi della Regione non sono fondi pubblici? E quelli dei Por e Fas, fondi europei da cui l'Italia attinge molto meno di quanto versa, sono forse regalati? Benedette le iniziative che ci sonsentono di utilizzarli, come la costruzione di una strada o di un ponte. Ma la questione è sempre la stessa: che c'entra il G8? Chi sostiene che "serve semplicemente a velocizzare" la burocrazia si è evidentemente rassegnato al fatto che in Italia nulla si possa fare senza emergenza. Se è così prendiamone atto fino alle estreme conseguenze: nominiamo Bertolaso commissario di tutte le opere pubbliche italiane e facciamole fare a lui con procedure straordinarie. Almeno ci sarà la par condicio delle infrastrutture. Almeno per avere una bretella o un ponte in Puglia non si dovranno aspettare i mondiali di sci nautico alle Isole Tremiti. Credo che Soru, il quale giustamente punta sullo sviluppo civile della Sardegna, non possa che condividere le mie perplessità.


La mia risposta

Gentile Sig. Rizzo, la ringrazio per la risposta al mio commento. Premesso che concordo assolutamente con Lei sul principio che non si debbano istituzionalizzare l’emergenza e il ricorso alle procedure straordinarie per rendere possibili politiche che dovrebbero invece far parte della ordinaria amministrazione e pianificazione di uno Stato, desidero fare alcune brevi considerazioni.
Innanzitutto osservo come il suo articolo sul G8 abbia suscitato un dibattito molto vivace (33 commenti sono largamente superiori alla media) ma con posizioni contrapposte abbastanza cristallizzate. Ritengo non sarebbe potuto andare diversamente a causa di una contraddizione di fondo del testo: si proponeva infatti di condannare una cattiva pratica italiana, quella del ricorso all’emergenza o all’evento speciale per realizzare opere pubbliche, prendendo però come esempio un caso, il G8 alla Maddalena, a mio avviso non riconducibile completamente alla fattispecie in esame e per di più presentandolo, sia nel corpo del testo che nel richiamo del titolo, come un classico esempio di insensato investimento di risorse pubbliche.

Come ho cercato di spiegare nel mio commento esiste un legame molto stretto tra servitù militari (lo ricordo di nuovo: la Sardegna accoglie il 70% di tutte le servitù militari italiane) e il G8. Dal lontano 2005 la giunta Soru intraprese un serio confronto istituzionale con il Ministero della Difesa che portò al ritiro, dopo trentasei anni, dell’esercito americano dall’isola e alla possibilità di ridare alla Maddalena una nuova prospettiva di sviluppo basata sul turismo e la cantieristica navale. Come si può osservare era un progetto che partiva da lontano e la scelta di includervi il G8 del 2009 è stata parte integrante di quella strategia che manca quindi di tutti quegli elementi di casualità ed eccezionalità di altri esempi da lei riportati come simili. Nel caso della Maddalena non si è trattato di una “ruota della fortuna” ma piuttosto di programmazione e costanza senza dimenticare che, dopo la caduta del governo Prodi, la Regione Sardegna ha dovuto difendere con molta tenacia quella sede che il governo Berlusconi avrebbe invece voluto spostare a Napoli.

Per concludere ritengo che le sue perplessità siano legittime e condivisibili. E’ vero che la costruzione di un ponte non dovrebbe attendere un mondiale di sci nautico ma, allo stesso tempo, non si dovrebbe neppure correre il rischio di presentare come insensato un investimento infrastrutturale fondamentale e strategico realizzato con risorse pubbliche destinate a quello specifico scopo. Dai suoi commenti emerge adesso che il problema era il COME ma rileggendo l’articolo appare evidente che inizialmente si riferisse alla SOSTANZA. Saluti e un ringraziamento per animare questo forum.

Link articolo di Sergio Rizzo

(Foto: Corriere.it, Regione Sardegna, Internet)

1 commento:

Anonimo ha detto...

La risposta di Rizzo e’ un po’ supponente. Mi ha dato l’idea di averla scritta di getto e di essersi un po’ impermalosito per via delle tue osservazioni.
Purtroppo c’e’ una certa categoria di giornalisti, divulgatori e bloggers in Italia che sta avendo successo cavalcando l’onda di malcontento (parlo dei vari
Grillo, Travaglio e, in maniera diversa, Stella e Rizzo) ma si e’ abituata ad operare in assenza di contraddittorio, questi attegiamenti sono il risultato.