Dopo un viaggio di dodici ore è una bellissima sensazione quella di aprire la porta di casa e trovare tepore e le cose esattamente come lasciate. Stranamente in ordine questa volta.
Partenza alle 5.15 dall'autarchica cittadina mineraria, un'ora di macchina sino a Decimomannu e nel mezzo un fitto banco di nebbia tra Siliqua e Uta che ci costringe a ridurre la velocità a 60 Km/h. La stazione ancora chiusa e poi l'arrivo del capostazione con tanto di sorriso e aguri di buon anno, non male un pò di umanità tra binari arrugginiti e la nuova cartellonistica Trenitalia.
Tempo di sentire galli e cani in lontananza per poi vedere comparire i fari prima opachi poi più intensi della "Freccia della Sardegna". Un locomotore diesel con quattro carrozze e tanti giovani di rientro dal capodanno cagliaritano: scenderanno tutti tra San Gavino e Oristano. Poi a Macomer Trenitalia informerà che il treno ha accumulato un ritardo di 35 (trentacinque!) minuti e si scuserà con i clienti ma quando arriverà a Olbia sarà ormai stato ridotto a diciannove. In ogni modo tutti ormai aspettano il Talgo spagnolo.
Tutta la Germania è coperta da una spessissima coltre di nubi, quando alle 15.15 tocchiamo terra a Berlino è praticamente già buio, il bordo pista innevato e la colonnina del mercurio segna meno quattro. Silenzio intorno. Perchè siamo in Germania e perchè mi si sono tappate le orecchie. S-Bahn, Alexander Platz e poi U-Bahn sempre in questa strana atmosfera silenziosa e quasi ovattata. Poi apro il portone, attraverso il buio hinterhof, salgo le scale e finalmente apro la porta di casa.
Nel mentre ho mandato e ricevuto messagini di auguri, a proposito...auguri di nuovo per un sereno, fortunato e ricco 2009!!!
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