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domenica 1 febbraio 2009

Enrico Rava, Quinteto e pensieri

Enrico Rava, la sala piu' importante dell' auditorium del Parco della Musica di Roma è strapiena, jazz in diretta su radio tre questa sera. Tutto grazie al messaggio di un amico "ORA IN ONDA IL CONCERTO DI ENRICO RAVA SUL SITO DI RADIO 3", adesso il cronista informa che "le luci si spengono in sala, tra poco entrerà in scena il Quinteto di Enrico Rava", per me è il terzo concerto jazz di quest'anno dopo quelli live di Giorgio Crobu e Filomena Campust ( che sarà di nuovo qui a Berlino il 14 marzo).

Fa nuovamente freddo, Prenzlauerberg è stata nuovamente imbiancata da una soffice coltre di neve, ho scattato qualche foto al Mauer Park.

Il concerto è iniziato, collego le casse, nel mentre termino gli "houseworks" prima che cominci la settimana. Yes, Jazz!

Ma prima un pò di surfing su internet, leggo un articolo de "L'Espresso" di questa settimana dedicato alla campagna elettorale in Sardegna quando ormai mancano due sole settimane. Si intitola "Soru sfida il cavaliere sardo" e lo trovo un bell'articolo soprattutto per la capacità di ricreare certe atmosfere dei paesi sardi. Paesi sardi in inverno quando il freddo placa gli animi, forse l'inverno aiuterà più Soru. Più razionalità per questa Sardegna d'inverno, l'estate arriverà come sempre e allora sì che il Cavaliere potrà cantare. Ma da solo, con Apicella.

Alcune parti dell' articolo:

Sant'Antioco, mezzogiorno di un sabato di gennaio, il Pierre Pub sembra il saloon di un film western, bancone di legno e birre a volontà, il paese è tutto qui, ad assistere a un duello spettacolare: il pescatore contro il governatore. «Lei ha vietato le ferrettare, perché dovremmo votarla?»,

Duecento chilometri più a nord si muove l'avversario: Silvio Berlusconi alla conquista della Sardegna, «la nostra isola», la chiama lui. La campagna elettorale la fa in albergo: al Carlos V di Alghero, un casermone sulla costa dedicato all'imperatore che nel 1541 arrivò qui e promosse sul campo i suoi abitanti: «Todos caballeroS". Subito dopo ordinò di requisire il bestiame degli algheresi per le sue truppe e lo fece macellare nella piazza Civica.


Ufficialmente il candidato alla presidenza della regione Sardegna del Pdl alle elezioni del 15 e 16 febbraio sarebbe un certo Ugo Cappellacci. Il figlio del commercialista deila Certosa che impiega metà dei suoi comizi a spiegare che lui è sardo e Soru uno xenofobo. In Forza Italia raccontano che dopo averlo imposto il premier si è già pentì to. La prima uscita è stata un disastro: gli uomini di Silvio hanno stracciato il discorso di Cappellacci e l'hanno riscritto parola per parola. E Berlusconi ha pensato che forse sarebbe stato meglio candidare una donna.

"Ma Cappellacci c'entra poco. Il vero match è tra di loro, Renato e Silvio, mister Tiscali contro Sua Emittenza. Nei prossimi giorni verranno gli inviati della stampa internazionale, "Le Monde, "Liberation", "Daily Telegraph", per raccontare una campagna elettorale mai vista: un premier che nel pieno della crisi economica mondiale passa tutti i fine settimana in Sardegna a promettere piani Marshall di investimento straordinario per l'isola e un governatore che si imbarca in una corsa all'antica, picaresca, on thè road, paese per paese: Berchidda, Gonnesa, Siniscola, Dorgali, San Giovanni Suergiu... Spiegamento di forze mediatico senza paragoni per un'elezione regionale, per capire se il duello sardo è l'anticipo di quello nazionale. Due ricchi imprenditori entrati in politica, entrambi proprietari di giornali, entrambi destinati a suscitare amori e odi, eppure distanti in tutto: perfino nel senso dell'umorismo. "




Soru si aggrappa a una vezzosa sciarpetta pervinca, il colore di Tiscali, per proteggersi dal maestrale e macina chilometri a bordo della sua Audi, va a cercarsi i voti uno a uno. «Non voglio filtri, intermediazioni», ripete. Anche a costo di affrontare le contestazioni. A Fluminimaggiore, tremila abitanti, murales di Corto Maltese lungo la strada, l'ex presidente arriva all'ora di pranzo.

Una gara personale, nel vuoto della politica, nel deserto lasciato dai partiti. Anche in Sardegna le bandiere sono sparite, le sezioni non esistono più, i segretari locali non si incontrano mai, a fare da battistrada al candidato presidente rimangono solo i sindaci. Il Pd, il partito di Soru, arriva dilaniato alla sfida.


Durante il giro di Soru nel Sulcis, dove Cabras ha la sua base elettorale, il senatore non si e mai fatto vedere e ha annunciato che nella settimana prima del voto sarà in America per una missione parlamentare: provvidenziale per non essere messo nella scomoda necessità di chiedere voti per l'odiato governatore uscente.


Ma chissà, se dopo un anno di sconfitte del Pd Soru ferma il conquistatore di Arcore in Sardegna molte cose sono destinate a cambiare anche in Italia. Anche Berlusconi l'ha capito: toccherà a Soru l'alieno provare a far ruzzolare per terra il suo strapotere. E non solo lì dove soffia il maestrale.

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