
Chiunque potrà dirvi dove si trovava quel pomeriggio del 11 settembre 2001. Io ero a Trento. Più precisamente mi trovavo nel soggiorno del mio appartamento; erano circa le quindici, c'era un bel sole, la porta del poggiolo (balcone in trentino, ndr) era aperta sul cortile e un piccolo televisore Brionvega in bianco e nero era acceso sul mobile davanti al tavolo. Stavo preparando un curriculum quando, tutto a un tratto, i programmi vennero interrotti per trasmettere un'edizione straordinaria del tg2. Saltai dalla sedia e mi avvicinai al piccolo (in senso letterale) schermo per aumentare il volume e per vedere meglio le immagini disturbate dal riflesso diretto dei raggi del sole.
Ricordo benissimo le prime parole del giornalista: "Quelle che vedete sono le immagini in diretta della Torre Nord del World Trade Center di New York dove è scoppiato un incendio". Non ebbe neppure il tempo di terminare le sue supposizioni sulla possibile origine del rogo (corto circuito, esplosione, etc.) che, dopo alcuni minuti, un aereo colpì la seconda torre durante la diretta. Incredulo per ciò che vide poté solamente dire: "E' un attentato". Il resto è storia.
Chiamai mia madre e le dissi di accendere la televisione poi iniziai ad inviare sms ad amici e parenti per informarli dell'accaduto. Nel mentre iniziavano a rincorrersi informazioni contraddittorie sul susseguirsi degli avvenimenti negli States: il Pentagono in fiamme, un altro aereo fuori controllo, il Paese nel caos. Seguì il crollo di una delle due torri e poi quello della seconda: Manhattan era interamente coperta da una gigantesca nube di polvere e scorie.
(Foto: Magnum)
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