
Perchè i protagonisti di Sardinia Blues sono così inquieti? I tre principali intendo, ma non solo...
E perché non dovrebbero esserlo? Vivono in un Paese che non è mai stato così ricco e dove la cosiddetta classe media sta scendendo a precipizio i gradini della scala sociale, hanno trent’anni in Italia dove i sessantenni(che quando avevano vent’anni loro dicevano di volere la rivoluzione) non vogliono mollare un solo centimetro cubo di potere, dove ti chiamano Giovane Imprenditore fino ai cinquanta. Hanno trent’anni, hanno studiato, viaggiato, non sono stupidi, e vivono in un posto in cui ti propongono, con una laurea e un dottorando, di cominciare a lavorare per 500euro al mese...mi sembra che essere inquieti sia il minimo.
Via dalla Sardegna allora? Bisogna rassegnarsi?
Non so, io non me la sento, di dare consigli. Eppoi forse oggi si può partire e tornare spesso, come prima era molto difficile. Certo, si paga pegno: non sentirsi più a casa propria in nessun posto. Ma poi non so nemmeno se partire vuol dire rassegnarsi. Ma il mondo così grande, là fuori, è davvero tutto peggiore della Sardegna? Certo, ciò che è triste è essere costretti, a partire. Ma poi il discorso è molto molto più complesso di così, e io sono soltanto un romanziere.
(Intervista di Alberto Urgu tratta da www.sardinews.it)
2 commenti:
L'inquietudine di cui parla Soriga è pienamente giustificata anche secondo me e lui riesce a renderla molto bene nelle sue pagine, con il suo stile di scrittura "parlato", convincente. La realtà di un mondo depresso, soffocato dai suoi stessi stereotipi che cerca di emergere e di ritagliarsi un posto da protagonista, che deve ad ogni costo cercare di offrire un futuro diverso e migliore ai propri giovani
Concordo con quanto scrive Carlo e aggiungo un commento per passare dal piano letterario a quello reale (a dire il vero non così distanti). A mio avviso, in questa fase di ricerca di protagonismo, sarà determinante cogliere tutti quei segnali e sostenere tutte quelle opportunità in grado di far passare da una fase retrospettiva o di analisi ad una più proiettiva. Ancora una volta il richiamo è al singolo nella sua unicità e alla società nella sua complessità, capaci insieme di definire un progetto comune quale base per un futuro migliore.
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